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Balotelli, doveva finire così...

Editoriale di Giancarlo Padovan - Sprint&Sport - Lombardiaingol.it

di Giancarlo Padovan (per lombardiaingol.it)

La partenza di Mario Balotelli per Liverpool, al prezzo di venti milioni di euro, è la conseguenza inevitabile del rendimento del calciatore e dei comportamenti dell’uomo. Scrivo uomo, e non ragazzo, perché a 24 anni ragazzo non lo si è più. E, ammesso che in età giovanile esista il diritto di sbagliare a ripetizione, Balotelli ha sbagliato abbastanza. Casomai è strano che egli non paghi mai in termini economici (a parte le multe, s’intende), visto che anche in questo secondo passaggio inglese guadagnerà più di prima (e con lui il suo manager Mino Raiola).
Allo stesso modo, mi sorprendono alcuni commenti, in particolare quelli che stabiliscono il seguente postulato: l’addio di Balotelli è la sconfitta del calcio italiano. Perché mai dovrebbe esserlo? Casomai sarà la sconfitta dell’Inter e del Milan. O di Mancini e Prandelli che tanto credevano in lui fino a farne un cardine (teorico) del Manchester City e della Nazionale italiana, prima di rinnegarlo (ovviamente).
Non sono nemmeno d’accordo con chi sostiene che Balotelli non sia un esempio per i ragazzi. Lo è, invece, anche se negativo. Un esempio da rifuggire assolutamente. Chi vuole fare calcio in maniera seria e, magari, avere qualche prospettiva di carriera, non deve essere come Balotelli. Si può avere meno talento di lui (quasi tutti ne hanno meno), ma seguire percorsi professionali più lineari e produttivi. Balotelli ha guadagnato tanti soldi e altri ne guadagnerà. Ma per come è – psicologicamente e culturalmente – altrettanti ne dissiperà. Il punto è che i soldi non possono essere l’unico valore. Anzi, per chi fa sport, sono un contro-valore. Nel momento in cui perdi entusiasmo e stimoli (Balotelli li ha persi da almeno un paio d’anni), non ci sono soldi che tengano. Si può guadagnare di più, non giocare meglio. Balotelli ancora non lo sa. Crede di poter diventare il più forte calciatore del mondo solo perché qualcuno gli ha detto che accadrà. E lui aspetta che accada come l’inevitabile o il soprannaturale.

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  Scritto da Redazione Venetogol il 27/08/2014
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