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Edizione provinciale di Treviso


Union Pro - Fontanafredda vista tatticamente. Parola a Ronchin

Dario Ronchin analizza Union Pro Mogliano - Fontanafredda del 30 novembre 2014

Partita molto importante in chiave salvezza la gara che sia è disputata domenica allo stadio comunale di Mogliano Veneto. La vittoria dell’Union Pro ha permesso alla squadra di mister Francesco Feltrin di avvicinarsi in classifica alle squadre che sono fuori dalla zona play out. Per il Fontanafredda del moglianese mister Maurizio Dei Pieri una sconfitta che “pesa” in quanto maturata contro una probabile diretta concorrente alla salvezza.  
Il match ha offerto anche agli addetti ai lavori che vi hanno assistito, diversi spunti da analizzare. Tengo a precisare che le valutazioni che mi appresto a narrare rispecchiano un opinione personale che puo’ essere condivisibile o meno dai lettori di Venetogol  e  da chi era in tribuna con il sottoscritto ad assistere alla gara.  Passiamo all’analisi della partita. Come desumibile dal posizionamento dei giocatori nella “lavagna” sopra raffigurata,  L’Union Pro di mister Feltrin  ha adottato inizialmente un sistema di gioco che prevedeva tre difensori cinque centrocampisti e due attaccanti ossia un 1-3-5-2 che si trasformava in un 1-5-3-2 in fase di non possesso palla. Mister De Pieri ha invece proposto inizialmente un  1-3-4-3 molto offensivo e dinamico.
La difesa dell’Union Pro può contare sulll’esperienza di Zanette, Trevisiol e Niero;  a fare il play di centrocampo davanti a loro l’ex Liventinagorghense Marco Rossi; ai suoi fianchi i due  96’ Serena e Palmieri, sugli esterni l’ex Liapiave Furlan e il ’95 Saitta, davanti il veloce Nobile ed il ’96 Palmieri.
Il Fontanafredda privo di due pedine fondamentali quali il capitano Malerba (in panchina in quanto non al meglio) e soprattutto l’attaccante Florean ex Venezia e Pordenone (squalificato), presentava in difesa Ianneo Zorzetto e il ’94 Cao, il  play di centrocampo Tonizzo al suo fianco il ‘95 Tellan, esterni di centrocampo Ortolan e Nastri, il ’96 Alcantara Leyba sgusciante ala destra, il ’94 Grotto ala sinistra con il ’94 Salvador terminale offensivo.
L’incontro è stato molto equilibrato. Il vantaggio iniziale dell’Union Pro e il pareggio del Fontanafredda avvenuto nell’arco di 12’, entrambi su palla inattiva, non hanno sortito alcun effetto sull’andamento generale del match. Infatti la sensazione da fuori è che nessuna delle due squadre si sarebbe sbilanciata attaccando la porta avversaria con tanti giocatori presumibilmente per la paura di non farsi trovare “scoperta” nelle ripartenze.
Il primo tempo, è stato più di marca ospite. Il Fontanafredda ha giocato il primo tempo con tre attaccanti che non si abbassavano molto in fase di copertura ad aiutare i centrocampisti: questa situazione di fatto ha creato qualche grattacapo nelle coperture preventive all’Union Pro: i due esterni di centrocampo Furlan e Saitta dovevano essere sempre molto attenti nell’applicazione delle diagonali  difensive, al fine di permettere una scalata dei tre difensori nel lato forte del campo. Il Fontanafredda nel primo tempo in fase di possesso palla si è dimostrato molto pratico nell’applicare il concetto  palla avanti-palla indietro e palla avanti/spazio creando delle difficoltà all’esperta retroguardia moglianese che spesso era costretta ad abbassarsi molto per togliere profondità ai tre attaccanti pordenonesi. Di conseguenza i centrocampisti del Fontanafredda  hanno avuto la possibilità di calciare almeno due/tre volte da una distanza di  20 mt in posizione centrale dalla porta dell’Union Pro sfruttando le “seconde palle”; in uno di questi tiri è stato determinante l’intervento di Noe’ che con un guizzo prodigioso ha tolto la palla indirizzata verso l’angolo alla sua sinistra dal n.4 Tonizzo
L’Union Pro nel primo tempo, suppongo anche a causa della mancanza di vittorie dell’ultimo periodo, ha giocato un po’ come si dice in gergo tennistico “col braccino”. La manovra non è sembrata molto fluida e organizzata; il play Rossi era spesso costretto alla giocata “laterale” a causa di una costante pressione del n.8 pordenonese Tellan, i due esterni di centrocampo del “Fontana” stringevano dentro il campo impedendo il gioco rasoterra in verticale a favore dei due attaccanti, Ciò nonostante l’Union Pro è riuscita a creare un paio di occasioni da rete arrivate però da spunti personali di Serena e di Nobile e non da movimenti combinati di più giocatori. 
Nel secondo tempo l’Union Pro ha progressivamente conquistato campo e la voglia di fare risultato pieno ha forse influito nell’atteggiamento della squadra del Terraglio che ha mancato un paio di occasioni da gol con Nobile e Visinoni ma non ha mai smesso di credere nei tre punti.  E’ da dire che Il Fontanafredda non è mai stato pericoloso dalla parti di Noè ma nel contempo non si è mai fatto schiacciare nella propria area difendendosi con ordine; i due esterni di centrocampo dell’Union Pro, soprattutto Furlan, hanno cominciato a spingere maggiormente sulle fasce, Rossi ha avuto più libertà di impostare il gioco, facilitato da una minore pressione dei centrocampisti centrali avversari. Le sostituzioni fatte nel secondo tempo dai due allenatori non hanno inciso sulla partita. Dopo l’espulsione del difensore di casa Zanette la partita sembrava direzionarsi verso un risultato di parità ma, al 86’, la bellezza del calcio viene esaltata dal gesto di Andrea Nobile che nell’azione del gol partita  racchiude l’essenza stessa dei principi di tecnica applicata del calcio:  smarcamento, dominio della palla in velocità, finta e dribbling con cambio di direzione di 90° e tiro in porta di destro, “seminando” nel contempo quattro giocatori del Fontanafredda.
Bravura di Nobile, considerato che il terreno era scivoloso e mancavano 4’ alla fine, ma anche un errata esecuzione della presa di posizione dei difendenti del Fontanafredda; probabilmente in certe situazioni, appurato il mal posizionamento, il cosiddetto “fallo tattico” con annessa ammonizione non sarebbe stata la peggiore delle soluzioni…
    In sintesi una partita molto equilibrata, come già scritto sopra, nella quale l’invenzione del singolo è stata determinante ai fini del risultato: concludendo mi è venuta in mente la famosa scena del film “Fuga per la vittoria”: Pele’ che davanti ad una “lavagna tattica” prende in mano il gesso e espone con una semplicità disarmante ai suoi compagni di squadra e al mister un unico schema vincente: lui che dribbla tutti gli avversari e fa gol.
Quello era solo un film…. ma il calcio che noi amiamo è anche e soprattutto questo.

Dario Ronchin, allenatore di base Uefa B

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  Scritto da ZZZ ZZZ il 04/12/2014
 

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