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Campionati e Risultati: NAZIONALI REGIONALI    

Non esistono ricette magiche: a volte basta copiare! (?)

Belgio e Germania i modelli da seguire...

 

Ieri sera un amico allenatore, molto attento a queste tematiche, mi ha passato un articolo che analizzava i cambiamenti nella gestione del calcio nazionale di Belgio e Germania. Il titolo l’ho letteralmente copiato dalla conclusione finale dello scritto, il punto di domanda l’ho invece aggiunto io. Belgio nel 1998 (quando tornò a casa nella fase a gironi del mondiale) e Germania nel 2000 (quando uscì al primo turno) hanno capito che qualcosa non andava e hanno cambiato. L’Italia ha capito che tanto non va, ma nulla cambia.

L’articolo è molto lungo e riportarne tutti i punti diventerebbe dispersivo, anche perché vorrei concentrare la riflessione su quel “basta copiare”. Quali sono le problematiche che lo impediscono? Sembra così semplice.
C’è un sistema che funziona, adottiamolo anche noi.
Pur se con qualche differenza, entrambi le Nazioni, hanno adottato la stessa filosofia e lo stesso percorso: una COLLABORAZIONE tra Federazione, Club e allenatori (sia dell’una che degli altri), con un costante confronto (incontri) al fine di PERSEGUIRE LO STESSO OBBIETTIVO: scovare e formare giovani talenti e allenarli con lo stesso preciso stile di gioco. 

COME e PERCHE’? Come scovarli e come formarli (uno scouting efficiente e la realizzazione di centri di formazione) a livello organizzativo non la vedo poi così difficile neanche da noi.

Ma PERCHE’? Credo che i nostri governatori federali e i dirigenti dei club professionisti (ma lo estendo come concetto anche ai dilettanti) si chiedano “perché dovrei”? Se così non fosse, non vedo motivi per non copiare. Come penso la stessa domanda sorga spontanea a tutti gli allenatori che IVENTANO nuovi nomi e li vendono come filosofie e mode, da proporre in corsi che rendono fior di quattrini. Come gli allenatori dipendenti di Coverciano, che IN PROPRIO organizzano corsi a destra e a manca. Lo STESSO PRECISO STILE DI GIOCO annienterebbe un giro d’affari sull’ignoranza e l’ingenuità, da paura. A qualche “perché” possiamo provare ad arrivarci anche noi e vi invito tutti a provare a rispondere sul perché in Italia è impossibile che IL CALCIO diventi uno STRUMENTO (da usare per far giocatori) e non sia invece un PRODOTTO (da vendere al miglior offerente).
Ce l’abbiamo noi, alla fin fine, un orgoglio nazionale?
O ci sta solamente sulle palle perdere le partite degli europei e dei mondiali perché perdere significa minori introiti? Perché siamo abituati che si sponsorizzano le squadre che vincono, vincono le squadre con la maggior potenzialità economica. Questo è il concetto italiano di calcio. Soldi&vittorie (UN PRODOTTO). A come ci si arrivi, se con pazienza, sacrificio, progetti, programmi o con espedienti e fortuna, non è importante. Che ci si accorga che l’Italia non sfodera talenti ogni due anni non interessa a nessuno, perché passata la balla delle eliminazioni, in tutto il resto del tempo si pensa alla squadra del cuore e ognuno al suo orto, vedi le difficoltà di cui Conte (adesso) si lamenta, per avere i giocatori e i club si oppongono.

In sostanza il problema non è COPIARE, o prendere spunto, qua il problema è proprio di cultura e mentalità: il concetto di “calcio” deve essere letteralmente ridimensionato. Purtroppo l’unica maniera per farlo, almeno per i primi anni, è a discapito del business. 

Dio denaro ce lo permetterà mai? 

Vi invito a leggere l’intero articolo collegandovi a questo link:
http://www.calciomercato.com/news/italia-impara-da-belgio-e-germania-ecco-la-ricetta-per-ricostrui-899457

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  Scritto da Redazione Venetogol il 30/01/2015
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