Nella foto: la formazione della Liventinagorghense Allievi dell'andata al Samassa.

Altovicentino-Liventina/Gorghense (0-1) 2-4 dcr

Altovicentino: Mandriota, Messinese, Pettinà, Leban, Bruzzo, Campese, Roman (26’st. Passuello), Piffer, Pangrazzi, Incastasciato, Arciello (1’ st. Pandolfi)

A disposizione: 12 Franzini,13 Alfano, 15 Fuser, 17 Milenkovic, 18 Sperran

Allenatore: Loris Bodo

Liv.Gorghense: Borghetto (21’ pt Franzin), Zane, Zaccarin, Ghedini, Fregonas, Simonetto, Rover, Molin (27’ st Vittore), Bolgan (22’ st Augustini), Gullo, Zanon 

A disposizione: 13 Donatello,15 Zoccarato 16 Battiston, 17  Mugnaini

Allenatore: Alberto Romano

Arbitro: Tisocco sez. aia di Schio

Reti: 16’ pt Ghedini

Note. Mattinata velata, temperatura di 17 gradi, terreno in ottime condizioni, spettatori 100 circa

Recupero: pt 1’ st 4’

Marano Vicentino. Riscatto di rigore…la Liv.Gorghense vola a Mirano e giocherà la finale per il titolo regionale contro il Giorgione 2000. Il cronometro nei primi 10’  scandisce una lunga fase di studio. La Liv.Gorghense è chiamata a recuperare la sconfitta patita in casa, ma non vuole commettere l’ingenuità di attaccare dal 1’ e sgonfiarsi alla distanza. Mister Romano predica cautela e assoluta accortezza nella gestione della palla e delle energie. E’ una Liventina meno sbarazzina, ma più concreta. Il palleggio rapido dei bianco-verdi è monitorato a fatica dalla più prestante formazione schierata da Loris Bodo e al 16’ i trevigiani fanno valere le loro capacità balistiche con il gol del vantaggio firmato con uno splendido rasoterra dai 22 metri di Ghedini, un calcio da biliardo che sbatte sulla faccia interna del palo e rotola alle spalle di Mandriota.
L’Altovicentino incassa ma non demorde. La reazione bianconera è immediata, ma la difesa trevigiana è sempre presente e fa da scudo ai pali di Borghetto. Al 19’ il portiere bianco-verde nell’intervenire in uscita su un avversario rimane a terra dolorante e da un primo consulto la spalla l’arto che subisce il trauma. L’arbitro decide di sospendere la partita per una decina di minuti e nel frattempo arriva l’ambulanza. Si riprende dopo oltre un quarto d’ora e tra i pali si posiziona Franzin. E’ una Liventina caparbia, cinica che non concede nulla. Rover nella seconda parte della frazione ha sui piedi la palla per bissare il vantaggio, ma il tiro esce di un niente. L’ “Alto” sente la pressione trevigiana e mai trova il bandolo della matassa. La pausa però non riesce a dare l’attesa scossa. La Liventina con il suo brio mette in ambasce a più riprese la retroguardia di casa e Rover è sfortunato al 12’ quando il pallone scoccato verso i pali di Mandriota non va a bersaglio. Analoga sorte al 25’, ma è tempo di amministrare e la Liventina lo fa guadagnandosi la lotteria dei rigori. I bianco verdi sono spietati e l’Altovicentino bello e cinico al “Samassa” di Motta, al “Pietro Berto” vede svanire il sogno della finale.