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Campionati e Risultati: NAZIONALI REGIONALI    

Edizione provinciale di Treviso


Inizia la stagione sportiva e chiami Renato Facchinelli!

La sede del Comitato, per molti di noi, è a casa sua.

Credo che molti addetti ai lavori del Veneto, specie i trevigiani, abbiano avuto modo di conoscere Renato Facchinelli e di apprezzare la sua passione per il calcio. Da circa 50 anni è impegnato in questo sport, prima come dirigente della Godigese, poi, raggiunta l’età della pensione, ha dato la sua disponibilità a collaborare con il Comitato Regionale, tramite la delegazione di Treviso, con le rappresentative ma soprattutto come “recapito”.
Carriera culminata nel 2010 con il riconoscimento, della Figc a Roma, del premio “benemerenza sportiva” per oltre 20 anni di attività. Sono passati altri cinque anni e Facchinelli è sempre là.

Non credo di essere l’unica del circondario a non aver mai avuto bisogno di varcare la soglia della delegazione di Treviso, tanto per qualsiasi cosa c’è lui, il suo telefono è sempre acceso e la sua casa a Castello di Godego è sempre aperta. Parlo della mia esperienza, ma credo che molti si ritroveranno nelle mie parole. Prima però “avvisare” perché lui è sempre gentile e disponibile, ma ha anche i suoi appuntamenti al bar del paese, quindi in quei frangenti non lo si può disturbare. Altri orari nei quali non è reperibile sono quelli in cui prende il treno per andare a Treviso o a Mestre, però risponde sempre, dice dov’è, a che ora puoi passare e poi riattacca, di brutto, senza salutare: “bon” … tun!
Il cancello di casa sua è sempre aperto, io per educazione suono, e lui si affaccia dalla finestra al primo piano e dice: “vien vanti”, come se si fosse autorizzati ad entrargli in casa senza annunciarsi, più che altro ho sempre pensato sia perché sta guardando la televisione (a gran volume) e aprire lo disturba che si deve alzare dal divano.
Poi entri e c’è una scalinata da fare, spesso non apre la porta che entra nell’abitazione, per cui è come si fosse a casa nostra, si entra e si cerca, bisogna capire dove ci sta aspettando.
C’è quasi sempre anche sua moglie, lei si affaccia dalla cucina, donna discreta, semplice, gentile “Tania te fasso un caffè?” e lui sempre con il suo: “vien vanti aaa” e lo trovi in salotto. Quando esci ricordarsi che la maniglia si gira al contrario, che le prime volte ci ho passato dei minuti e lui da sopra: “da che altra parte, me tocca dirteo ogni volta!”.

Mi ricordo quando c’erano i cartellini dei settori giovanili da fare a mano che aveva sempre la macchinetta per plastificarli nel tavolino, poi nei cassetti non trova mai una penna, ma tira fuori timbri e timbretti e li prova di qua e di là. Qualche serata l’ho passata anche a dargli una mano, tanto ero sempre talmente in debito che avrebbe potuto mettermi a plastificare cartellini per tutta la vita, intanto lui controllava tutto e sapeva tutto a memoria.

E’ stato il mio maestro, di conoscitori di norme sui tesseramenti ne ho incontrati, ma nessuno con la sua logica, con la sua perspicacia, che le norme vanno interpretate, ma lui ha sempre il richiamo giusto, quello che non lascia ombra di dubbi, quello che: “a te digo che se fa cusì”.

Ho voluto omaggiare Fachinelli perché oltre alla stima che ho per la figura dirigenziale onesta e competente, mi lega a lui un enorme affetto, l’ho sempre sentito come uno di famiglia, e per me la stagione sportiva non inizia il 1° luglio, ma il giorno in cui lo chiamo, sempre che mi serve qualcosa, uno stampato, un chiarimento. E quando non mi serviva niente, l’ho sempre chiamato per scaramanzia, in ogni Società che andavo, da quando faccio questo lavoro, al quale lui mi ha iniziato, gran parte delle cose che so me le ha insegnate lui, ho sempre voluto una sua opinione e i suoi consigli, a volte lo ascoltavo a volte no, però alla fine della fiera, aveva sempre ragione, conosce le situazioni, le società e le persone della zona come le sue tasche: “no te o gavevo ditto?”!

Si parla di calcio sempre negativamente, di figure che poco hanno a che fare con la passione e la sportività, beh è giusto parlare anche di queste persone, parlo di Renato ma sono ottimista e so che ci sono tanti “Renati”, “UOMINI di CALCIO” poco nominati, poco alla ribalta, due righe su un Comunicato per dire che sono referenti, ma che danno alle Società un servizio straordinario, per me “mai pagato” come si suol dire, visti il tempo e le energie che vengono richiesti. Un servizio che ci agevola in ore di macchina, ore di file davanti agli sportelli, spese e che permettono ai dilettanti che lavorano di recarsi a casa sua anche in orari serali, il sabato e io ci sono andata anche di domenica.
Anche questo è calcio. Ma queste belle persone e queste belle storie non fanno notizia e non fanno numeri.

Ma io me ne frego dei numeri e ho scritto questo articolo con un unico obiettivo, dirti un grande “GRAZIE RENATO” per quello che hai fatto, per quello che fai e per quello che farai.

Che anche questa stagione abbiano inizio!

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  Scritto da ZZZ ZZZ il 27/07/2015
 

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