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Edizione provinciale di Venezia


Sante Bernardo e l'esperienza a Manchester, al fianco di Pep Guardiola

Grazie alla conoscenza con Arrigo Sacchi, il tecnico di Portogruaro ha potuto "studiare" da vicino gli allenamenti del City

Portogruaro. Un principio fondamentale del suo gioco è trovare l’uomo libero e in funzione di questo muovere la squadra. Costruendo il gioco partendo da dietro, dal portiere. Libero da impegni calcistici in questo periodo è Sante Bernardo (in foto), il quale spera di esserlo ancora per poco. Il principio, però, è quello di Pep Guardiola. Agli allenamenti del quale il tecnico nostrano ha potuto assistere nei giorni scorsi.

Come ha avuto accesso nel centro sportivo di Manchester?

“Devo ringraziare Arrigo Sacchi, che mi ha dato l’opportunità di conoscere e studiare l’allenatore che ha l’idea di calcio più illuminate al mondo, cioè Guardiola. Tutto è nato dalla forte amicizia che mi lega a Sacchi, con il quale condivido lunghe chiacchierate di calcio che per me sono come frequentare un master universitario. Perché lui è il calcio e da lui cerco di apprendere il più possibile. In alcune di queste nostre chiacchierate mi spiegava come lavorare i triangoli nelle varie zone del campo e mi suggeriva di studiare nel dettaglio le partite di Pep Guardiola. Passato qualche mese di studio individuale, sentivo l’esigenza di capire i perché delle cose, come la costruzione della manovra da dietro, i posizionamenti sul recupero palla, eccetera. Sacchi ha fatto sì che io potessi partire per Manchester”.

L’impatto?

“Mi hanno accolto facendomi sentire parte del team, mostrandomi cos’è il Manchester City. La struttura è fantastica, organizzata in ogni dettaglio, dalle sale di match analysis alla sezione medica, arrivando a 16 campi bellissimi in erba naturale curati affinché la tecnica di gioco si possa sviluppare ai massimi livelli”.

Cos’ha visto?

“Si sono raccomandati il segreto professionale. Posso dire che avendo assistito agli allenamenti a bordo campo ho potuto vedere all’opera un allenatore fantastico, che lavora in prima linea, corregge ogni dettaglio, stimola la mente alla ricerca del gioco. Su tutto ciò che è l’idea di calcio che vuole sviluppare c’è un esercitazione dedicata con la palla, dove all’interno vengono toccati tutti i temi tecnici, tattici e fisici della partita”.

E fuori campo?

“A fine allenamento il secondo allenatore, Mikel Arteta, mi ha mostrato molti video sugli aspetti tattici collettivi, spiegandomi successivamente attraverso le esercitazioni pratiche i perché di ogni flusso di gioco. Il giorno successivo c’è stata la seduta in cui Pep preparava il “monday night” contro i rivali del Totthenam e lì si sono realizzate tutte le cose che avevo visto a video il giorno prima”.

Com’è Guardiola?

“Una persona semplice, solare, carismatica, grandissimo professionista. Ti trasporta con lui dentro al campo e ti fa amare il calcio. La sua grande passione lo porta a ricercare la perfezione attraverso il gioco, lui ti contagia. Penso che Pep sia il top e che il calcio debba assolutamente andare in quella direzione, interiorizzandola. Mi ha entusiasmato, caricato e arricchito”.

Si può replicare nelle nostre realtà?

“Se riusciamo a interiorizzarlo, uscendo dalle zone di comfort che abbiamo, con i dovuti paragoni alle nostre qualità, si può. Anzi, si deve andare in questa direzione. Penso ai modi di recuperare palla alta, quindi creare inerzia in avanti e non indietro, questione di posizionamenti e abnegazione del giocatore”.

Finito questo giro, cosa fa?

“Intanto voglio ringraziare Manuel Estiarte, il più grande giocatore di pallanuoto di tutti i tempi, uomo di fiducia di Pep, che mi ha dedicato tantissimo tempo, facendomi sentire parte della loro famiglia, spiegandomi e mostrandomi cos’è il City di Guardiola. E’ stata un’esperienza unica e un privilegio assoluto poter capire un calcio illuminato, sviluppato da persone illuminate che mi hanno aperto la mente. Hanno fatto capire i perché, quanto il gioco possa migliorare i giocatori e accresca la tua autostima in campo, come quanta gratificazione hai vincendo le partite avendole dominate attraverso un idea di calcio offensiva, organizzata e che coinvolga tutti. Spero di poter tornare ad allenare il prima possibile e poter portare un 1 % di questa meravigliosa esperienza”.

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  Scritto da Redazione Venetogol il 31/10/2018
 

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