Voce alle società. Il punto della situazione con il Vidor
Il ds Nicola Fornasier: "Forse la cosa più logica è ripartire a settembre"

Il punto della situazione, uno sguardo ai prossimi mesi e un primo bilancio stagionale. Questa volta ne parliamo con Nicola Fornasier (nella foto), direttore sportivo del Vidor nel girone P di Seconda categoria.
Nicola, che impressioni hai sulla ripresa dei campionati?
“Fa un po’ sorridere che la Federazione continui ogni 20 giorni ad aggiornare le date della ripartenza. Bisogna essere realisti e capire che nessuno sa quale sarà la situazione sanitaria tra un mese. A mio avviso è comunque impossibile ricominciare gli allenamenti prima di febbraio, soprattutto in Veneto dove i contagi sono più numerosi. E credo sarà difficile far ripartire anche il campionato, la riterrei un po’ una forzatura. Si parla di concludere solo l’andata, ma forse la cosa più logica è chiudere qui e ricominciare da capo a settembre, con il vaccino che magari ha migliorato le cose. Lo dico a malincuore. È ovvio che sarei felice se a gennaio fosse possibile ripartire, perché vorrebbe dire che l'emergenza Covid si è ridimensionata”.
Se si può giocare, ti lascia quindi perplesso l’ipotesi di disputare solo l’andata?
“Sarebbe pur sempre un modo per salvare il salvabile, però troverei strano dover rifare la preparazione per poi giocare solo 10 partite. La logica sarebbe ripartire a settembre. Mi rendo conto che ci siano formazioni a punteggio pieno, ma in fin dei conti si sono giocate solo 5-6 gare. È in 30 partite che si vede il valore delle squadre, non in 15: c’è chi parte forte e chi invece crolla da dicembre”.
Che giudizio hai sull’avvio del Vidor?
“Siamo partiti malissimo, nonostante una buona squadra, complice il fatto che abbiamo affrontato le prime in classifica. Abbiamo raccolto un punto, i risultati parlano chiaro. Tuttavia eravamo in crescita, il mister Stefano Merlo è nuovo e siamo contenti sia di lui che della rosa. Nell’ottica dei 30 turni, eravamo sicuri di uscirne. Disputare solo l’andata per noi sarebbe penalizzante: avendo cambiato molto rispetto alla scorsa stagione, è normale che in partenza si faccia fatica. Senza dimenticare che non si potevano fare amichevoli, e non c’è stata nemmeno la Coppa come rodaggio”.
Favorevole alla riapertura del mercato?
“No. È strano che un giocatore possa trasferirsi dopo aver giocato tre partite con una formazione, e che eventualmente si riparta con rose cambiate di 10 pedine”.
C’è poi la riforma dello sport...
“Per quanto riguarda l’abolizione del vincolo, ritengo che in Prima, Seconda e Terza categoria non sia un grosso problema. Certo, c’è qualche società che ci specula, ma la gran parte non ha problemi nel liberare i giocatori a fine stagione. L'abolizione diventa invece più influente in Promozione, Eccellenza e Serie D, dove iniziano ad esserci interessi economici e settori giovanili sviluppati. Tuttavia la cosa più grave della riforma non è il vincolo, bensì l’intenzione di equiparare i volontari a lavoratori sportivi iscritti alla gestione separata Inps. Già ora è difficile star dietro ai comunicati; se poi viene aggiunta pure una burocrazia lavorativa, penso che - per quanta passione ci si possa mettere - parecchi preferiranno fare altro. Verrebbero quindi a mancare figure preziose, già ora difficili da trovare”.
Si parla poco del protocollo per i campionati regionali.
“Purtroppo non è cambiato rispetto a quello usato a settembre e ottobre, mentre le nuove procedure usate in Serie D sono insostenibili nelle nostre categorie. Oltre ai tanti rinvii, da noi rimane quindi il problema dell’isolamento collettivo nel caso di un positivo nel gruppo. A Vidor siamo in 24, di cui 7-8 che lavorano in proprio: se mi avvisassero che preferiscono evitare di allenarsi e giocare, temendo di dover tener chiusa l’attività, gli direi che hanno ragione”.
