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Campionati e Risultati: NAZIONALI REGIONALI    

Edizione provinciale di Treviso


Undici anni al Vittorio Falmec: Nicolas Spader bandiera rossoblù

"Il ricordo più bello? La partita al Nereo Rocco contro la Triestina"

Undici stagioni consecutive in prima squadra fanno di Nicolas Spader la bandiera del Vittorio Falmec. Con la maglia rossoblù ha vissuto lo storico salto in Serie D, la retrocessione fino in Promozione e il ritorno in Eccellenza, passando per tre finali di Coppa (di cui due vinte).
Classe 1993 di San Vendemiano, è cresciuto nel settore giovanile del Lourdes Conegliano fino all’età Allievi, per poi approdare nella prima squadra vittoriese di cui è capitano da tre anni. Lourdes e Vittorio, dunque, le uniche società in carriera. Con lui abbiamo scambiato qualche battuta.

Nicolas, quali sono i ricordi più belli a Vittorio Veneto?
“Su tutti, la partita contro la Triestina al Nereo Rocco, uno stadio suggestivo e che profuma di calcio. Nella stessa annata in D, avevo giocato contro Kevin Lasagna, già forte all’epoca con l’Este. Ovviamente sono da ricordare con piacere anche le vittorie dei campionati, in particolare quello di Eccellenza nel 2012/2013: eravamo partiti con l’idea di salvarci, ci siamo trovati in testa, e lì siamo rimasti fino alla fine, grazie a un rendimento molto costante. La mia prima partita da titolare fu in una finale di Coppa sul neutro di Piove di Sacco”.

In un decennio caratterizzato dalle presidenze di Posocco e Tonon, a quali allenatori e compagni ti sei più legato?
“Come mister, nell’ordine ho avuto: Bruno Gava, Stefano Della Bella, Giuseppe Ton, Paolo Zoppas e ora Cristiano Graziano. Sono rimasto amico con tutti. Essendo stato alla guida tecnica per 4 anni, magari con Zoppas ho un rapporto più forte. Della vecchia guardia, il compagno di squadra da più tempo a Vittorio è Andrea Agostini”.

Ruolo in campo e punto di forza?
“Attualmente sono centrocampista, ma in pratica ho svolto tutti i ruoli – dalla difesa all’attacco – tranne quello del portiere. Diciamo che sono un jolly. Penso di essere un giocatore duttile, "intelligentemente tattico"”.

Com'è cambiato il livello dei campionati nel corso degli anni?
“Secondo me la qualità si è un po’ alzata. Ora noto più formazioni competitive che puntano a vincere, dunque un maggior equilibrio. Nei miei primi anni invece c’erano 1-2 realtà nettamente più forti”.

Come stai vivendo il secondo lockdown calcistico?
“A Vittorio l’attività è ferma, capisco che ci siano altre priorità in un momento così difficile. Per la ripresa sarà importantissima la preparazione atletica, adesso i giocatori sono fragili. È stato un anno troppo altalenante, con lunghe sospensioni. Mi sto allenando a casa da solo. Credo che in qualche modo si porterà a termine la stagione, forse disputando solo l’andata, ma sarà un campionato molto strano”.

Rimanere a lungo nella stessa società, richiede una maggior capacità nel trovare stimoli?
“Quando si cambia, si può cambiare in meglio ma anche in peggio. In ogni caso la mia lunga permanenza a Vittorio Veneto è determinata dal fatto che la società è sana, qui si sta bene, c’è un clima familiare e ho sempre trovato compagni e staff composti da brave persone e oneste. Abbiamo anche un grande stadio: il "Barison" è probabilmente il migliore del girone B di Eccellenza”.

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  Scritto da Alberto Zamprogno il 26/11/2020
 

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