Ripartenza: il parere di Claudio Volpato, presidente del Vedelago
"Se si tornasse a giocare, lo si dovrebbe fare con un protocollo sostenibile e che consenta di proseguire senza fermarsi di nuovo"
Vai alla galleriaIn merito all’eventuale ripresa dei campionati regionali 2020/2021, oggi ne abbiamo parlato con Claudio Volpato (nella foto), presidente del Vedelago nel girone D di Promozione.
“Ci troviamo in una fase nella quale è difficile riprendere, consapevoli però che sarebbe peggio non ricominciare. Tuttavia, riprendere per poi fermarsi sarebbe ancora peggio. Quindi se si torna a giocare, lo si deve fare con un protocollo sostenibile e che consenta di proseguire fino alla fine”.
Lei dunque sarebbe disponibile ricominciare ad aprile con determinate condizioni?
“Sì, però non la metterei troppo sul piano delle classifiche. Al massimo concederei una promozione e una retrocessione per girone. Niente playout, altrimenti sarebbe troppo penalizzante dovendo disputare una decina di partite fino al termine dell’andata. Uno rischia di retrocedere senza quasi accorgersene con così poche gare. Dopo 4 mesi di stop, ogni squadra dovrà rifare la preparazione in un periodo non ideale, poiché di sera, con temperature ancora basse e senza le ferie di agosto”.
Cosa la preoccupa maggiormente se si usasse un protocollo simile a quello della Serie D?
“Innanzitutto se un giocatore prende il Covid, deve rimanere fermo un mese per poi rifare le visite mediche. Un altro punto critico sono i tamponi: oltre al costo, non va dimenticato che la gente lavora e non è semplice rispettare l’obbligo di farli ogni settimana a 48-72 ore dalla partita. Inoltre più in generale c’è il problema delle sponsorizzazioni, con molti contratti che sono stati bloccati dopo la sospensione dell’attività. Noi siamo una società che dipende quasi esclusivamente dagli sponsor”.
Avete proseguito con gli allenamenti individuali?
“Prima squadra e Juniores élite sono fermi da ottobre. In quel momento è stata una scelta anche dei giocatori, non sentendosi sicuri con il lavoro. Qualche titolare infatti ha chiesto di fare una scelta: o il calcio, o il lavoro. Tranne a Natale, abbiamo invece sempre proseguito l’attività nel settore giovanile, con le dovute cautele e quindi con distanziamento, senza l’uso di docce e spogliatoi. Stiamo facendo i salti mortali per non lasciare fermi i ragazzi, pure su richiesta delle famiglie”.
D’altro canto avete annullato l’edizione 2021 del torneo 'Franco Dal Bello'.
“Decisione inevitabile. In aggiunta alla questione del protocollo, c’è infatti il problema dell’assenza del pubblico: senza il bar/cucina che lavora e senza i biglietti, per noi come società vuol dire rimetterci. E in un periodo di profonda crisi economica, purtroppo non possiamo permettercelo”.