Valdosport. Bortolomiol: 'Spero si riparta il 5 marzo, serve coraggio'
"Ovviamente c'è un protocollo da rivedere", afferma il DS
Nella foto: Cristian Bortolomiol, recentemente premiato per meriti sportivi dal Comune di Valdobbiadene per la sua ventennale militanza da dirigente e collaboratore alla Valdosport (esperienza iniziata quando la squadra era in Seconda, poi la scalata fino all’Eccellenza). Premiata anche Vania Minute, responsabile Covid e defibrillatore.
Una delle società di Prima categoria favorevole alla ripresa del campionato 2020/2021 è la Valdosport del vulcanico presidente Francesco Sanvito. Ne abbiamo parlato con il direttore sportivo Cristian Bortolomiol (nella foto).
“Abbiamo ancora una piccola speranza che la stagione riprenda. Ovviamente c’è un protocollo da rivedere, quello vecchio non è fattibile. Occorre isolare solo il positivo al Covid, facendo i tamponi ogni settimana con un sostegno economico da parte della Federazione. Penso che in questi giorni il Comitato regionale abbia voluto dare un segnale all’insegna della ripartenza. Il 5 marzo sarà una data determinante con la scadenza del Dpcm che al momento blocca l’attività regionale e provinciale”, sottolinea Bortolomiol.
“Sarei d’accordo sull’obbligo di pagare la seconda rata per le società che decidessero di non partecipare. Però non sarebbe giusto che mantengano la categoria, non stiamo parlando di un torneo estivo. Posso capire le difficoltà economiche dovute ad esempio all’assenza del pubblico, ma a mio avviso da parte delle società servirebbe più coraggio e passione. Chi non ha intenzione di partire adesso, probabilmente non vorrà farlo nemmeno a settembre”.
“Noi della Valdosport non vediamo l’ora di tornare ad allenarci – prosegue Bortolomiol – Fortunatamente abbiamo un impianto con 4 spogliatoi, da questo punto di vista siamo più agevolati rispetto ad altre realtà. Con la prima squadra siamo fermi, mentre l’attività del settore giovanile è ripartita. Fare sport è salute, nel calcio è molto improbabile contagiarsi. Coloro che dicono di non voler rischiare di scendere in campo, a volte sono gli stessi che poi magari si recano nei centri commerciali”.
E se non si ripartisse? “In tal caso bloccherei il mercato e manterrei le stesse rose fino a settembre. Inoltre congelerei le annate 2000 e 2001. Mi auguro però che si torni a giocare, perché il movimento sta per morire. Oltretutto all’orizzonte c’è una riforma dello sport che potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione, con l’obbligo di rendere lavoratori sportivi anche i volontari”.