Angelo Cesca: "La mia ultima panchina?". Il mister saluta il Valdo
"Mi fermo con il calcio, ma mai dire mai. Valdobbiadene resta la mia seconda casa"

Quella dell’altro ieri potrebbe essere stata l’ultima panchina in carriera per Angelo Cesca, 57 anni, follinese doc ma residente a Cison, allenatore della Valdosport che ha chiuso la stagione conquistando la salvezza ai playout di Prima categoria.
“Con la partita contro il Vitt San Giacomo ho terminato la mia avventura alla Valdosport, e probabilmente anche la carriera da allenatore iniziata 16 anni fa. Una decisione che avevo già preso a inizio stagione, a prescindere dall’esito del campionato, per stare più vicino alla mia famiglia”, ci racconta Cesca, che non nasconde il suo profondo legame con la società di Valdobbiadene: “Qui ci sono stato tre volte da mister, per un totale di 5 anni. La prima nel biennio 2008-2010, la seconda nel 2016/2017, la terza negli ultimi due anni. Se non c’è stima reciproca tra le parti, penso siano difficili così tanti ritorni, infatti sono orgoglioso di questo rapporto. Ringrazio di cuore il presidente Francesco Sanvito e tutta il Valdo, tra cui il direttore sportivo Cristian Bortolomiol e il vice-allenatore nonché fidato collaboratore Fabio Puppetti. Questa resta la mia seconda casa”.
Cesca ripercorre la sua carriera. “Ho cominciato come osservatore per Bepi Donadel, andando a vedere partite nel Nord Italia. Mi sono appassionato fin da subito a moduli di gioco, schemi e contromosse per fronteggiare gli avversari. Ho allenato nel calcio a 5 in Serie C/1 alla Dibiesse Miane per due anni, all’epoca era la squadra più in alto nella Marca. Poi ho fatto il corso allenatori di calcio a 11, iniziando ad allenare a San Fior con la salvezza in Prima categoria. La stagione successiva, all’età di 40 anni, sono diventato papà e avevo promesso a mia moglie di non allenare, ma mi ha chiamato il presidente Sanvito a Valdobbiadene. Era il 2008, siamo partiti dalla Terza categoria con due allenamenti settimanali e abbiamo vinto il campionato, piazzandoci quinti in quello successivo di Seconda. Poi l’esperienza quadriennale al Santa Giustina, società che in 50 anni di storia non aveva mai militato in Seconda categoria. Al 'Santa' siamo saliti dalla Terza tramite il ripescaggio grazie anche alla Coppa disciplina. Con una squadra costruita per salvarsi, abbiamo chiuso primi in Seconda a pari punti con il Vitt San Giacomo, contro cui abbiamo perso lo spareggio, vincendo però i playoff con la Fulgor Trevignano sul neutro di Nervesa. Nel 2016/2017 mi ha richiamato il Valdo: terzo posto nel girone di Seconda, vinto dal Cordignano davanti alla corazzata Prodeco Montello. Quindi i 4 anni al Feletto, condizionati però dal Covid, e infine il nuovo ritorno al Valdo”.
“L’anno scorso abbiamo vinto i playoff di Prima categoria, ma abbiamo fatto bene nell’anno sbagliato perché non ci sono stati ripescaggi - ricorda Cesca - In questa stagione siamo partiti consci di dover migliorare ulteriormente, pertanto la rosa è stata sistemata. Tuttavia abbiamo iniziato male e finito peggio, salvo poi centrare la salvezza. Dire come abbiamo fatto a finire nei playout, è difficile. Vedendo i primi risultati negativi, forse non ci siamo calati subito nella realtà di una squadra che deve salvarsi. A cavallo tra andata e ritorno, nonostante alcuni rinforzi a dicembre, abbiamo racimolato la pochezza di 6 punti in 15 partite. Nelle ultime tre giornate ne abbiamo comunque raccolti 7, ottenendo infine la permanenza in categoria. Il Cappella Maggiore Fregona ha vinto meritatamente il campionato, così come il Cimapiave merita il ripescaggio in Prima. Mi sarebbe dispiaciuto lasciare con una retrocessione. Quella dell’altro ieri probabilmente è stata la mia ultima panchina in carriera, anche se il futuro riserva sempre sorprese. Mi mancano 5 anni alla pensione. Mai dire mai”.
