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Edizione provinciale di Venezia


Prima H. Una Miranese che stupisce

Bottacin: "La salvezza è fuori discussione"

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Mirano. Sarà stato un caso che la disceca verticale della Miranese in questi ultimi anni sia corrisposta anche con la posizione defilata che Paolo Bottacin aveva deciso di assumere. Fatto sta che lo storico punto di riferimento della società bianconera adesso si trova in qualche modo costretto a rientrare in gioco, a lui è chiesto di coordinare questo momento delicato, anche se non vuole sentire parlare della prima squadra.
"Non voglio fare il presuntuoso ma non conoscendo la prima categoria ho lasciato che fosse il nuovo allenatore Michele Salvagnin, con la sua esperienza di questi campionati, a fare la squadra e gestirla e a darne una identità. E da quello che ho potuto vedere mi sembra che stia facendo un ottimo lavoro. Si vede calcio, gioco a terra, infatti su quattro partite, in tre occasioni abbiamo messo a segno un poker. Mi sembra ci sia il giusto mix di uomini di esperienza e di giovani, tanti con voglia di riscatto."
Così adesso per Paolo Bottacin si tratta di guardare oltre questa stagione 2014/2015.
"I ragazzi sanno di avere un obiettivo preciso. La salvezza è fuori discussione. Anzi dobbiamo provare a prenderci i play off anche se mi rendo conto che la cosa non è per niente facile. Il girone è molto tecnico con il Mestre che ha giocatori che avevano appena conquistato l'eccellenza, mi dicono di una Robeganese con molti elementi che hanno giocato in promozione, di un ottima La Salute anche se ha cominciato zoppicando e il Noventa, forse la squadra più attrezzata di tutte. Noi abbiamo un fine a lunga scadenza. Nel 2019 la Miranese festeggerà i cento anni dalla fondazione e in quella stagione per noi sarebbe ideale essere almeno in eccellenza, per tornare in quelle categorie più consone a questo paese che ha conosciuto anche la serie D nei momenti migliori. Da quest'anno, che vada come vada, dovremo porci l'obiettivo 2019, poi non potremo più sbagliare."
Intanto se il buongiorno si vede dal mattino...
"ma come ho voluto sottolineare, bene le vittorie, ma una rondine non fa primavera. Dopo la seconda vittoria però in tribuna ho scherzato dicendo che se una rondine non fa primavera, due e quattro gol fanno ancora un po d'estate."
Cosa è cambiato dal calcio che ha conosciuto da più giovane e quello di oggi?
"Una cosa sicuramente. Il calcio dilettantistico ha risentito dell'evoluzione della televisione e delle dirette televisive. Ormai poche persone scelgono di andare a vedere le partite allo stadio quando possono scegliere una squadra di serie A. Se poi ci mettiamo che, essendo tutti allenatori, dopo aver visto le serie maggiori, categorie come la prima, la promozione e l'eccellenza sono calcio di basso livello e non meritano di essere viste. Così succede che se negli anni in cui io giocavo gli ingressi allo stadio costituivano il 65% del reddito della società, oggi gli incassi non garantiscono nemmeno il 4%. Io sono da una vita alla Miranese, prima da giocatore, poi da dirigente, da allenatore, da direttore sportivo, da presidente e pensavo di aver finito il mio ciclo. Questo calcio è molto diverso da quello che mi apparteneva ma se serve sono qui per festeggiare degnamente il nostro centenario."

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  Scritto da ZZZ ZZZ il 01/10/2014
 

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