Schio. Umberto Lovato: "Il sogno è ricalcare i campi della Serie D"
Eccellenza. Il centrocampista arriva in giallorosso dalla Virtus Cornedo insieme all'attaccante Enoch Gyimah
Vai alla galleriaGiocatore di qualità e con un passato importante alle spalle, Umberto Lovato, classe 1995, arriva dal Virtus Cornedo (Promozione) e ora scenderà in campo con i colori dello Schio nel campionato d’Eccellenza in partenza domenica 18 aprile.
Umberto, riviviamo insieme la tua carriera.
«Ho iniziato a giocare a calcio a 5 anni al Cornedo, la società del mio paese. A 10 anni sono passato al Montecchio dove, il primo anno, ho avuto la fortuna di essere allenato da Toto Rondon. Ho seguito qui tutto il settore giovanile, dai Giovanissimi agli Allievi per poi passare direttamente a 15 anni in prima squadra, con il mio esordio in Serie D. Ringrazio sempre Romano Aleardi e il mister Armando Farinello per la possibilità che mi hanno dato di esordire e fare quattro partite in D. L’anno seguente, a 16 anni, ho giocato la mia prima stagione in Eccellenza dove abbiamo quasi raggiunto i playoff. Sono passato al Real Vicenza, in Serie D. Quella stagione il club aveva fatto richiesta di ripescaggio per la Lega Pro ed è stata accettata: di conseguenza mi sono ritrovato in Lega Pro a 17 anni. Ho visto che era un mondo troppo più grande di me e non ero ancora pronto. Ho preso quindi una scelta a livello calcistico e di vita: ero all’ultimo anno di scuola e dovevo sostenere gli esami di maturità. Non potevo prendere quell’impegno e soprattutto vedevo che a 17 anni dovevo giocare e non fare tribuna o panchina. Sono tornato perciò a Montecchio dove ho fatto la seconda e la terza stagione di Eccellenza. Successivamente sono andato a Caldiero: qui secondo me c’è stata la svolta della mia carriera. Sono subentrato in una società dove, come tutti sanno, si mastica calcio dalla mattina alla sera. La fortuna di essere entrato a far parte della famiglia del presidente Berti, mi ha aiutato tanto a livello calcistico. Soprattutto il primo anno con una rosa di giocatori che avevano praticamente vinto tutto quello che c’era da vincere nei campionati dilettantistici e non solo. Con questi colori sono cresciuto molto. Ho avuto la fortuna poi di fare 3 anni di Rappresentativa veneta: esperienza bellissima, peccato per l’ultimo anno che non siamo arrivati in finale. Ho svolto altri 3 anni a Caldiero e poi ho preso un’altra scelta di vita avendo un negozio di alimentari a Cornedo. Il direttore Santagiuliana mi ha chiamato e ho deciso di tornare a Cornedo dove ho passato gli ultimi 3 anni in Promozione».
E ora il tuo arrivo a Schio.
«In questo anno particolare segnato dal Covid, grazie al Ds dello Schio Ennio Dalla Fina, al mio direttore e al mio presidente del Cornedo, mi è stata data la possibilità di affrontare per questi mesi questo campionato d’Eccellenza. Un mini torneo dove cercheremo di dare il tutto per tutto. Le mie aspettative sono quelle di scendere in campo e dare il massimo. Poi lo sappiamo che nel calcio raccogli quel che semini. Se noi ci alleniamo bene, alla fine la domenica ripaga. L’abbiamo sempre visto. Ho trovato un gruppo molto giovane, però sono stati fatti dei rinforzi di qualità a livello di esperienza. E i calciatori rimasti a Schio sono ottimi giocatori e ottime persone. Ho trovato un bel gruppo anche a livello di società».
Quali sono i tuoi sogni e i tuoi obiettivi?
«Il sogno è quello di ricalcare i campi della Serie D. È molto difficile, lo so. Però è un piccolo obiettivo che mi sono prefissato. Bisogna guardare la realtà. Nel mondo dilettantistico è difficile vivere di calcio, tanto più ora con la pandemia. L’obiettivo per il futuro è quello di riuscire a combaciare lavoro e calcio e tenere la categoria, che sia Promozione, Eccellenza o magari in futuro, se ci fosse la possibilità, la Serie D. Sarebbe il mio obiettivo più grande».
Ufficio stampa Calcio Schio
Galleria fotografica