Miki Sansoni si ritira. L'intervista al bomber del San Michele Salsa
Diciassette anni consecutivi in prima squadra con la maglia biancorossa per l'attaccante classe 1988, autore di 169 gol

Quella di ieri è stata l’ultima partita di Miki Sansoni con la maglia del San Michele Salsa, indossata per 17 anni consecutivi e impreziosita da 169 gol in gare ufficiali. L’attaccante vittoriese classe 1988, da alcuni anni residente a Cappella Maggiore, ha infatti deciso di appendere gli scarpini al chiodo.
La sua commossa uscita dal campo contro la Sospirolese è stata applaudita dai compagni e da tutto l’ambiente biancorosso, con tanto di maglietta celebrativa. Il campionato di Seconda categoria (girone R) terminerà fra due settimane sul campo della Plavis, ma Sansoni ha preferito chiudere ieri in casa, davanti al proprio pubblico, e quindi il 27 aprile non sarà in campo.
Miki, quando è maturata la scelta di lasciare il calcio giocato?
“Già la scorsa estate avevo deciso che questa sarebbe stata la mia ultima stagione da giocatore, complici alcuni acciacchi fisici e gli impegni familiari. Al San Michele Salsa sono cresciuto calcisticamente per 6 anni, poi mi sono allontanato per qualche stagione maturando esperienze a livello giovanile a Vittorio Veneto, Sacile e Cordignano. Nel 2008 sono tornato e da allora ho sempre giocato qui”.
Sui propri profili social, il San Michele Salsa ti ha ricordato come esempio di impegno, sacrificio e amore per la maglia e per lo sport, sottolineando anche le 169 reti in carriera. Qual è stata la più importante? E il record a livello numerico?
“Per importanza direi il gol contro il San Vittore nello scontro diretto per la vittoria del campionato di Terza categoria: segnai direttamente da calcio d’angolo al 90’. Era la stagione 2015/2016, la stessa in cui sono diventato capitano e durante la quale ho realizzato 25 reti stagionali, record personale. Triplette ne ho fatte, mentre in un solo caso sono riuscito a segnare 4 gol in una singola partita: mi sembra fosse contro il Treville Sant’Andrea una decina di anni fa”.
Allenatori, compagni di squadra e dirigenti a cui rimani legato?
“Sono molti, difficile nominarli tutti. Fra gli allenatori direi Francesco Scarabel e Domenico Del Puppo, un mister che mi ha dato molto e soprattutto mi ha dato la fascia di capitano. Per quanto riguarda i giocatori, Massimo Moras, Daniele Del Puppo e Marco Russo sono fra coloro che mi hanno accompagnato per più tempo. La dirigenza più o meno è rimasta sempre la stessa, ringrazio tutti a partire dallo storico direttore generale Sergio Faraon”.
Momenti difficili nel corso della lunga militanza in biancorosso?
“Ce ne sono stati, ad esempio in Prima categoria negli anni del Covid in cui abbiamo chiuso il campionato con zero vittorie. Ma nonostante tutto sono sempre rimasto legato al San Michele Salsa”.
Per il futuro cosa hai deciso?
“Intanto penso a terminare bene il campionato con la squadra, manca la partita contro la Plavis. Poi non credo che avrò uno stacco totale dal calcio, sarebbe ‘traumatico’ dopo così tanti anni. Ci devo pensare, per capire in che modo e in quale veste rimanere nell'ambito calcistico”.
