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Edizione provinciale di Rovigo


Cinque anni di lavoro. Ecco il libro dei 50 anni dello Scardovari...

Cinque anni di intenso lavoro. E’ il periodo che è servito per raccontare in un libro i primi cinquant’anni di attività della società sportiva Scardovari, nata una sera di agosto del 1963. L’autore, che ha presentato la sua opera in settimana, presso la sala consigliare del municipio di Porto Tolle, è Damiano Laurenti, ex dirigente dello Scardovari e appassionato cultore di storia locale. E’ lui ha parlarci del suo libro, realizzato in simbiosi con l’amico Luciano Scarpante, terzo lavoro editoriale coniato per la piccola frazione di Porto Tolle. Dopo “Là dove il Po incontra il mare”, edito nel 2003, e “La Pesca e la vita”, uscito nel 2006 per celebrare i 70 di vita della locale Cooperativa Pescatori Delta Padano, ecco “Scardovari e la sua società sportiva, 50 anni di calcio… e non solo”.
Damiano Laurenti, 5 anni di lavoro, una bella faticata...

“E’ il tempo che è servito per raccogliere dati e testimonianze, verificarle e metterle insieme. Sa com’è, le persone anziane hanno i loro tempi, ho dovuto ‘andarle a beccare’ e allenare la loro memoria. Sembra che nessuno ricordi nulla, poi ci parli e i ricordi riaffiorano, nitidi e precisi”.
Qual è stato l’aspetto più difficile?
“Far corrispondere il nome e cognome di ogni atleta al suo soprannome. Perché a Scardovari, se chiedi di qualcuno citandone il nome e cognome, nessuno lo conosce. Se invece ne citi il soprannome tutti s’illuminano e si apre un mondo di ricordi”.
Parecchie cose sui ‘Pescatori’ però le conosceva già…
“Sono stato dirigente dello Scardovari per 11 anni e questo mi ha aiutato molto. Facevo lo speaker e tutte le domeniche  annunciavo le formazioni. Era un’emozione unica incontrare dirigenti di altre realtà sportive, anche importanti come Venezia e Bassano e sentirsi fare i complimenti”.
Complimenti giustificati?
Si, perché a Scardovari ormai siamo rimasti in pochi, circa 1650 abitanti. Eppure la passione è sempre stata tanta e la squadra ha sempre frequentato categorie illustri, come l’Eccellenza o la Promozione, che sembrano al di sopra delle effettive possibilità”.
E questo miracolo sportivo come fa a durare?
“Scardovari è un piccolo mondo a sé e ha saputo fare della sua particolare collocazione geografica un punto di forza. Il comune di Porto Tolle, a cui il libro più in generale fa riferimento, al calcio dilettantistico ha sempre dato molto. Negli anni ‘70 e ‘80 a Porto Tolle c’erano 3 squadre in Prima (Carpano Ca’ Venier, Scardovari e Portotollese), 2 in Seconda e una in Terza. Non male per un paese di 10000 abitanti”.
Pensa che il libro avrà successo?
“Spero in una sua buona diffusione. Premetto che da quest’opera né io né il prof. Luciano Scarpante, persona meravigliosa con il quale ho condiviso la realizzazione del libro, non ricaveremo un soldo. Quest’opera editoriale non ha alcuna pretesa, se non quella di costituire un piccolo tassello nella memoria storico – calcistica della gente. La speranza è che assuma valore di documento”.
A chi lo ha dedicato?
“E’ per la mia gente, ai tanti che sono emigrati e a chi ancora c’è. A chi lo Scardovari lo ha vissuto da dentro e chi da fuori, a chi ci ha lavorato e condiviso emozioni, gioie e successi e delusioni e a chi se lo porta sempre nel cuore”.
Il giocatore dello Scardovari preferito?
“Di giocatori forti ne abbiamo avuti tanti. Da Sante Crepaldi, a Mario Scarpa, a Moreno De Bei, il più amato. Il migliore di tutti per me è stato Pierfrancesco Giuriola, giocatore completo, centravanti fortissimo e persona umile. In campo, per i compagni, era come un fratello maggiore”.

Mezzo secolo di Scardovari. Quante altre stagioni in futuro?

“Credo che il calcio a Scardovari non finirà mai. Un giorno forse assumerà una dimensione inferiore, ma il calcio a Scardovari non morirà. Qui non ci sono fusioni che tengano, se un giorno la società chiuderà un’altra sarà pronta a ripartire dalla Terza. La passione è ancora tanta. E spesso fa miracoli”.
Simone Andriotto
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  Scritto da ZZZ ZZZ il 14/09/2013
 

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