Pizziolo sbotta con l'U.Quinto:"E' vero! Società regalata a zero euro"
"Regalata, regalata è il termine corretto." Dario Pizziolo e l'ex vicepresidente Renato Franceschini sono alquanto sorpresi dal Comunicato stampa emesso dalla società Union Quinto uscito dalle pagine proprio di questo sito (nella terza colonna in home page, proprio nello spazio a disposizione delle società stesse).
Andiamo con calma. L'origine di tutto stava nell'accostamento, anche questo svelato dal nostro portale, dell'ex numero uno del Quinto alla società Montebelluna del presidente Rossetto. Pizziolo infatti in un articolo uscito in settimana sul Gazzettino (il 29 settembre) smentiva la tesi che lo vedrebbe entrare in società, ma confermava i buoni rapporti col club biancoceleste in qualità di simpatizzante e consigliere esterno, alludendo al fatto che sarebbe una mancanza di rispetto ai compaesani di Quinto visto che un'estate fa la società rossoblù, a suo dire, era stata "regalata" nelle mani della nuova dirigenza.
La replica dell'Union Qunito non si è fatta attendere visto che nella giornata di ieri è apparsa nella finestra dei comunicati stampa la risposta dell'attuale società che riportiamo: "Dario Pizziolo, già importantissimo presidente dell’Union Quinto,al quale si deve la tenacia e la caparbietà nel mettersi in gioco nella veste di dirigente sportivo maximo,ha lasciato la società non “regalandola”,ma per una serie di motivi che non meritano di essere discussi in questa sede"
Pizziolo non ci sta e controbatte, anche per bocca dell'ex vice Franceschini:"A noi invece risulta che non sia stata pagata nessuna cifra per l'acquisto della società. La società l'abbiamo regalata a zero euro, senza debiti e mi risulta che tutte le attrezzature che l'Union Quinto usa attualmente (pulmini, attrezzature sportive e da ufficio) e tutto il parco giocatori siano stati acquistati dalla passata gestione, direttamente da me e Franceschini, scrivilo - tuona Pizziolo - e regalati a quella attuale. Una cosa è gestire una società e un'altra cosa pobabilmente è comprarla..."
E' un monologo quello dell'ex patron Quintino:"Potevamo benissimo vendere il titolo, è legale. Avevamo una società in Serie D con titolo da poter essere ripescata in Seconda Divisione. L'abbiamo lasciata; ma i motivi per cui l'abbiamo lasciata ce li siamo tenuti dentro. Ciò che conta è che che abbiamo lasciato una società sana, senza debiti e in Serie D, e nel calcio di oggi questo già non mi pare poca cosa!"