Terza S.Donà: pareggio con festa tra Evolution Team e Sindacale
nella foto, mister Patrizio Perin
Evolution Team - Sindacale 1-1
EVOLUTION TEAM: Lazzer, Rosolen D. (dal 36’ s.t. Monti), Bigaran, Redigolo (dal 6’ s.t. Cester), Murador, Leffi, Armellin (dal 6’ s.t. Berto), Zanchetta (dal 30’ s.t. Cruzzolin), Bonotto, Drusian, Bianco (dal 6’ s.t. Rosolen A.)
Allenatore: Perin
SINDACALE: Perissinotto, Faggiani (dal 14’ s.t. Milan), Cominotto (dal 27’ s.t. Claut), Furlanetto, Bergamasco, Badanai, Costa, Nosella, Martino (dal 21’ s.t. Bizzaro), Faresi (dal 6’ s.t. Sutto), Salgarella (dal 14’ s.t. Pivetta)
Allenatore: Sutto
Arbitro: sig. Carraio (sez. AIA San Donà di Piave)
Reti: 4’ s.t. Badanai (S), 6’ s.t. Bonotto (ET)
Ammoniti: Martino (S)
Espulsi: nessuno
Note: giornata nuvolosa, terreno in buone condizioni, spettatori circa 300
CHIARANO- Pareggio doveva essere e pareggio è stato tra Evolution Team e Sindacale nella sfida tra le prime due della classe del girone sandonatese di Terza Categoria. Un copione con una conclusione già scritta, un lieto fine per entrambe le compagini: l’Evolution Team mantiene la sua imbattibilità e celebra nella maniera migliore davanti ai suoi tifosi la vittoria di un campionato dominato dall’inizio alla fine, il Sindacale conquista il secondo posto, utile per qualificarsi ai play- off in una situazione privilegiata rispetto alle rivali e non soccombe dinanzi ai rivali bluarancio.
La partita è stata combattuta ma corretta, con poche occasioni e dominata dalle difese. L’1-1 finale è stato determinato dall’unico errore della difesa dei padroni di casa e da una prodezza di Bonotto su calcio di punizione. Tutto ciò è accaduto nell’arco di 2’ ad inizio ripresa. Il resto della gara è stato un altalenarsi di errori elementari e lanci sbagliati. Lo spettacolo migliore l’hanno offerto sicuramente i tifosi dell’Evolution Team in tribuna con cori, bandiere, tamburi e striscioni, segno di un enorme attaccamento alla loro squadra che quest’anno li ha fatti innamorare follemente. In campo invece le due squadre si sono date entrambe battaglia, ma nessuna delle due ha avuto la necessaria convinzione per arrivare la vittoria.
L’Evolution, appagato dalla vittoria del girone e sicuramente voglioso di dare un’ulteriore dimostrazione di forza, cercava subito di imporre il proprio strapotere fisico, ma non riusciva ad avviare l’azione palla a terra a causa del lavoro degli 11 del Sindacale che non lasciavano sbocchi né al centro né sulle fasce per la costruzione della manovra. L’unica speranza per gli uomini di Perin era quella di lanciare lungo cercando un guizzo dei due attaccanti Bonotto e Drusian, ben controllati però dai dirimpettai granata. Dal canto suo, nemmeno il Sindacale riusciva a rendersi pericoloso, poiché le tre mezzepunte messe in campo da Sutto erano troppo lontane dalla zona calda e lasciavano il centravanti Martino, ben chiuso dalla morsa Leffi- Murador, troppo isolato davanti. L’unica speranza di vedere qualche palla gol era un errore di una delle difese, ma quando Bigaran al 33’ lisciava incredibilmente il pallone, Nosella non ne approfittava e calciava alto da buona posizione.
Nella ripresa entrambe le squadre entravano in campo con maggior mordente: i primi minuti erano scoppiettanti. Un salvataggio sulla linea di Bergamasco precedeva di pochi attimi il gol del vantaggio del Sindacale realizzato da Badanai, bravissimo a sfruttare una delle rare disattenzioni della difesa bluarancio con un colpo di testa che non dava scampo a Lazzer. La gioia dei granata durava però solo 2’. Ovvero il tempo utile all’Evolution per riprendere il gioco e conquistarsi subito un calcio di punizione dai 20 metri sulla sinistra che Bonotto batteva magistralmente, mandando il pallone ad insaccarsi nel sette della porta difesa da un incolpevole Perissinotto. A questo punto la gara viveva una fase di grande dinamismo, ricca di ribaltamenti di fronte causati da un progressivo allungamento di entrambe le squadre. Né Evolution né Sindacale, nonostante la girandola di cambi finale (entrambi gli allenatori hanno usato tutte e cinque le sostituzioni a loro disposizione), però riuscivano a trovare il guizzo che impedisse alla partita di trascinarsi senza grandi emozioni fino al fischio finale dell’arbitro.
Fischio che poneva fine alla partita e dava inizio alla festa.