Terza Venezia: due chiacchiere con Scattolin, presidente Vetrego
Ha le idee chiare Vinicio Scattolin, presidente del Vetrego (foto d'archivio), formazione di terza categoria veneziana. Avanti con la prima squadra ma fari puntati sul settore giovanile.
L'ha soddisfatta l'andamento del campionato presidente?
“Sinceramente mi aspettavo qualche cosa di più. In alcune occasioni hanno dato poco. Avrebbero potuto dare qualcosa in più ma alla fine va bene così. Per quest'anno il campionato ha preso questa piega, il prossimo anno vedremo come andranno le cose con gli sponsor che sono sempre meno. Ma cercheremo comunque di fare una stagione dignitosa. A giugno tireremo le somme.”
Quindi, dove si concentra la sua attenzione?
“ Sinceramente punto decisamente sul settore giovanile. Il nostro obiettivo è cercare di togliere dalla strada i ragazzi e offrire un punto di riferimento per i giovani e le famiglie. Non possiamo lamentarci del lavoro svolto sino ad ora perché abbiamo molti giovani che vengono anche da fuori da quanto bene si stanno trovando i loro genitori. Abbiamo quasi tutte le categorie, dai primi calci ai giovanissimi, ci mancano solo gli allievi. Un intensa attività che adesso sfocia in due tornei che partono giovedì (oggi per chi legge n.d.a.) e dureranno sino a metà giugno. Le partite si terranno il lunedì, mercoledì e venerdì e vedranno coinvolte le categorie degli allievi e dei giovanissimi. Siamo al secondo anno da quando abbiamo cambiato nome ai tornei che ormai si tengono da sei – sette stagioni. Adesso sono il torneo Banco Santo Stefano, sponsor principale e Bollato Diego un ragazzo della juniores scomparso nel passato. Prima i tornei erano giocati dalla juniores ma poi abbiamo avuto anche troppi problemi nel gestire questi ragazzi che vogliono e credono di essere uomini. Adesso con allievi e giovanissimi vediamo belle partite e parteciperanno società di spessore come il Goc, il Marghera e la Vigontina.”
Ma quanto è difficile oggi gestire una società dilettantistica?
“Difficile, una battaglia, non è proprio facile. Ma tiriamo avanti, abbiamo anche rifatto l'impianto di illuminazione. Ma il più grosso problema è che siamo sempre i soliti, mancano forze nuove. Ma finché questa società per me sarà una valvola di sfogo dallo stress quotidiano io continuerò a dare il mio contributo. Ho una piccola impresa e gestire il calcio Vetrego è come un altra società, ma con problemi sicuramente meno gravosi.”