Marchi Marano, il presidente Bacchin: "A Mira è dura fare calcio"
Dalla Terza, segnali di fumo e squilli di tromba che arrivano sino alle nostre orecchie. Segnali di fumo che il mondo del calcio, che vive di molti paradossi, dovrebbe seguire. Squilli di tromba per risvegliare chi fa finta che tutto sia come prima. Il tutto dalla voce di Davide Bacchin (nella foto), presidente del Marchi Marano di Mira.
Ma cominciamo analizzando il vostro campionato, presidente.
“Siamo partiti con aspettative diverse anche perché abbiamo una squadra che gioca a calcio. Purtroppo non riusciamo a metterla dentro e poi subiamo la reazione avversaria. Decisamente meglio dello scorso anno dopo le correzioni di questa estate. Nuovo allenatore Gilberto Bastianello, precedenti come allenatore delle juniores, anche in prima alla guida del Caltana, uomo d’esperienza per fare il salto di qualità. Poi sono arrivati giocatori da Pianiga, da Spinea, non certo per fare chissà quali risultati ma per essere decisamente più competitivi, avere una squadra che possa farsi valere. E visti i risultati abbiamo ottenuto il nostro obiettivo. Tranne nella sfida con la Salese, squadra di un'altra categoria, creata per vincere, con giocatori di prima e con budget di altro livello rispetto a noi, siamo sempre stati in partita. Anche con il Gambarare che considero un ottimo organico che sta ben figurando e che alla lunga dovrebbe ottenere ottimi risultati. ”
Visto che siamo passati all’analisi delle avversarie, com’è questo girone di Terza?
“È una categoria abbastanza buona sia dal punto di vista agonistico che tecnico. D’altronde credo che sia il frutto della situazione contingente, il segno dei tempi. Fare calcio oggi è sempre più difficile. Mantenere una prima squadra in terza categoria ha dei suoi costi. Ecco che molte società hanno preferito mollare e tenere solo il settore giovanile, quindi, alla fine sono rimasti solo i sodalizi migliori, quelli che credono nelle loro prime squadre. Ho visto tutte le avversarie e posso dire che se la giocano tutte, c’è uno spirito sportivo molto forte. Anche lo stesso Saccafisola non molla, l’abbiamo visto noi nell’ultima di campionato. (terminata 2-2). In quell’occasione per esempio, nel primo tempo abbiamo avuto 7-8 palle gol che non siamo riusciti a concretizzare per poi subire il pareggio. ”
L’immediato futuro?
“Dobbiamo mettere a posto molte cose. Migliorare nel girone di ritorno, poi a lunga scadenza continueremo a lavorare come abbiamo fatto con gli ultimi acquisti per avere una rosa competitiva, un gruppo che possa essere di riferimento per i giovani, esempio di serietà e professionalità per i ragazzi che si avvicinano al calcio. Non c’è solo la serie A, anche perché solo uno su mille ce la fa. I nostri giovani devono sapere che si può fare calcio anche in un'altra maniera, divertendosi lavorando.”
Infine i segnali di fumo e gli squilli di tromba.
Presidente perché a Mira non è possibile fare calcio?
“Per avere squadre in terza non ci vogliono grosse risorse. Basta che i piccoli imprenditori e negozianti del paese ti diano una mano. Mira per avere una squadra di livello dovrebbe avere un imprenditore che investa e ci creda, non quelle figure poco credibili degli scorsi anni. Ma nel nostro territorio non ci sono grandi aziende e se ci sono non vogliono avere nulla a che fare con il calcio. Non esiste il tessuto necessario per creare una squadra di alto livello. Poi c’è un'altra considerazione da fare. Oltre ai soldi c’è bisogno delle persone. Ma se queste persone lavorano solo nel particolare senza pensare al di fuori del loro territorio ecco cosa succede. Mira ha molte piccole realtà ben radicate, dove nessuno di Marano andrebbe a lavorare per il Borbiago e viceversa. Così per Oriago e Gambarare. Insomma per fare una grande società devi avere anche uno staff che lavori per un unico obiettivo. Per Mira, a mio avviso, non vedo un futuro roseo. (Ed ecco lo squillo di tromba!) Ma prima di tutto mettiamo il denaro. Noi stiamo segnando una strada. Nessuno dei nostri ragazzi viene pagato. Se vuole giocare a calcio noi offriamo il campo e gli spogliatoi. Devono terminare i tempi in cui un giocatore dilettante arriva a prendere uno stipendio. Basta che tutti i presidenti si mettano d’accordo e voglio vedere dove alcuni di loro andranno a giocare. Noi manteniamo un settore giovanile, che stiamo cercando di far crescere, facendo pagare il minimo alle famiglie. Per poter rimborsare cifre assurde alla mia prima squadra dovrei chiedere ai genitori del mio settore giovanile uno sforzo economico non indifferente. 200-300 euro a bambino sono cifre assurde se servono per mantenere in piedi la società. ”
Meditate gente, meditate!